GOVERNANCE ECONOMICA
Gruppo VI: Presidente Klaus Hänsch
Mandato
Il Gruppo di lavoro VI, secondo il suo mandato, ha trattato le questioni concernenti la “Governance economica” suddivise in tre rubriche: 1) le politiche monetarie; 2) le politiche economiche; 3) le questioni istituzionali.In via generale, il Gruppo chiede che gli obiettivi economici e sociali dell’Unione siano inclusi nel nuovo trattato costituzionale, sulla base degli attuali articoli 2 del TUE e 2,3,4 del TCE. In secondo luogo, il Gruppo raccomanda che sia mantenuta l’attuale struttura per la quale la politica monetaria è di competenza esclusiva della Comunità (e quindi della BCE) mentre la politica economica è di competenza degli Stati membri.
Relazione finale
1) Sul primo punto, nello specifico, una larga maggioranza è favorevole a non alterare il mandato e lo statuto della BCE, sebbene alcuni membri invitino ad estendere tale mandato includendo “crescita” e “occupazione”.
2) Sul secondo punto, il Gruppo non ritiene di innovare lo schema attuale se non auspicando un maggior impegno nel rispetto delle decisioni adottate a livello europeo.
3) Sull'ultima questione, il Gruppo è diviso fra coloro che ritengono utile per le decisioni economiche coinvolgere Stati non membri e coloro i quali le vorrebbero ristrette ai soli Stati membri, modificando il trattato di conseguenza.
Proposte della cellula
1. Essendo la politica monetaria da tempo materia esclusiva dell’Unione e sottratta agli Stati, si sente la necessità non tanto di un’evoluzione in senso federalistico, bensì di una maggior responsabilità e trasparenza della BCE (organo sovranazionale della moneta europea), soprattutto nei confronti di un Parlamento europeo ancora poco coinvolto nei processi decisionali riguardanti l’economia. Salutiamo con favore la proposta che prevede l’attribuzione al PE di un ruolo più rilevante nella nomina dei membri del comitato esecutivo della BCE e l’obbligo per quest’ultima di pubblicazione dei suoi verbali.Crediamo che una tassa europea possa rendere più autonoma l’UE nei suoi progetti e possa crescere il sentimento di appartenenza ad essa nel cittadino.
2. Sull'analisi della seconda questione i problemi sono più delicati. Le politiche economiche ancora soggette agli Stati (e quindi agli interessi) nazionali, dovrebbero contare su un maggior coordinamento e rispetto. Una politica economica, per essere efficace, deve possedere le due leve dell’economia: quella monetaria (già materia dell’UE) e quella economica-fiscale (ancora nelle mani dei governi nazionali). Noi della Cellula accogliamo la proposta che vede nella Commissione un più accresciuto ruolo sia nel campo delle proposte formali, sia in quello dell’attuazione di tali proposte. Un sistema, quindi, più efficiente perché più coordinato. Non sarà credibile un’Europa che, da un lato, si propone di redistribuire la ricchezza armonizzando le aree depresse e quelle più ricche, e, dall’altro, può attingere solo a circa il 2% del bilancio degli Stati membri.
3. In vista dell’allargamento, bene fa il Gruppo a ritenere importante il ruolo dell’Eurogruppo come luogo delle discussioni tra i paesi partecipanti e a non pregiudicare quindi la possibilità di discussioni informali tra i ministri delle finanze dell’Eurogruppo, la BCE e la Commissione. Per quest’ultima, inoltre, sarebbe preferibile un ruolo di rappresentanza presso sedi o organizzazioni economiche internazionali mediante l’introduzione nel trattato di una clausola di abilitazione, come già avviene nel settore della politica commerciale.Invitiamo infine la Convenzione ad estendere il voto a maggioranza qualificata anche in materia di fiscalità.
Proposte del gruppo
- Non alterare il mandato e lo statuto della BCE;
- È auspicabile un maggior impegno nel rispetto delle decisioni adottate a livello europeo;
Proposte della cellula
- Maggior responsabilità e trasparenza della BCE;
- Attribuzione al PE di un ruolo più rilevante nella nomina dei membri del comitato esecutivo della BCE e l’obbligo per quest’ultima di pubblicazione dei suoi verbali;
- Accresciuto ruolo per la Commissione sia nel campo delle proposte formali, sia in quello dell’attuazione di tali proposte;
Il contributo delle organizzazioni della società civile:
- Comitato spagnolo dei rappresentanti delle persone disabili: riconoscere nei trattati l’economia sociale;
- Social Platform: lo sviluppo economico e sociale dell’Unione europea è possibile solo a patto che le politiche sociali vengano messe al centro di quelle economiche e monetarie, il che implica che ci sia un reale coordinamento tra politiche ambientali, sociali ed economiche, ponendo infine il problema di una cittadinanza di residenza come strumento per il riconoscimento di un’Europa multiculturale.
- Eurostep: si presenta sempre più l’esigenza di una politica estera che sia basata sulla ricerca degli obiettivi di sradicamento della povertà, di lotta alle disuguaglianze, di attiva partecipazione alla prevenzione dei conflitti e di promozione di modelli di sviluppo sostenibile.
- European Trade Unions Confederation: rappresenta una priorità il fatto che un modello sociale europeo, comprendente i servizi d’interesse generale, sia enunciato nella Costituzione e che l’Unione sociale, le politiche occupazionali e l’Unione monetaria ed economica siano integrate ed abbiano lo stesso peso. È una priorità che la Convenzione riconosca a tutti i livelli i partners sociali e ne rafforzi l’autonomia ed il ruolo di co-regolatori e che sviluppi un sistema europeo di relazioni industriali.